martedì 30 settembre 2008

Sabato 20 Settembre 2008. Risotto alla Milanese; Rustin Negà.





E' il primo vero sabato d'autunno, la notte appena passata ha mostrato una nebbia d'altri tempi e il primo fresco avvisa del cambio di stagione, e con questo dei sapori. Cuoco numero 1 (o 2, visto che oramai abbiamo perso il conto) decide di preparare un pranzo milanese (questa scelta su richiesta dei convitati!) per papà e mamma :D



La ricerca degli ingredienti è rapida, il sabato mattina in una città di provincia prevede un centro storico con tante persone appiedate e facilità di raggiungere tutti i negozi, fra cui una macelleria con carne di prima qualità. Si fatica solamente a trovare il midollo che vedete scurire il risotto qui a sinistra! Considerazioni sulla salute e sul rischio potenzialmente associato alle malattie trasmesse con queste parti del bue non ci frenano, e aver insistito tanto alla fine premierà. Il risotto è gustoso e sceso al punto giusto, e i tanti piccoli consigli del testo di Allan aiutano a trasformare un piatto relativamente semplice in una squisitezza.

Il rustin negà completa il pranzo milanese. La preparazione va affrontata con sufficiente anticipo. Non è un piatto eccessivamente complicato, ma la cottura è alquanto lunga e per non lasciare buchi enormi fra il primo e il secondo conviene farla partire prima di consumare il primo piatto. Nonostante l'abbondanza di burro prevista nella preparazione il piatto rivela il giusto corpo: in equilibrio fra la sostanza richiesta da un pranzo autunnale e l'esigenza di non trascorrere il pomeriggio in una comatosa pennichella! Un consiglio personale, forse banale, riguarda la scelta della carne. La cottura lunga a burro e vino dovrebbe ammorbidire anche i tocchi meno teneri, ma in realtà il piatto si esalta con un nodino di vitello scelto con cura, e, se possibile, senza badare troppo a spese...

Non prepariamo contorno perchè il pranzo è sufficientemente corposo. Innaffiamo però il tutto con un bel vino, stranamente, visto il corpo delle pietanze, bianco (ma la giustificazione ufficiale è che si dà l'addio all'estate!). La scelta ricade su un vino poco noto ma davvero squisito: un Timorasso di Tortona, un vitigno trascurato fino agli anni '80 ma in discreta ripresa ai nostri giorni.

Buon appetito!!!!

venerdì 19 settembre 2008

17 Settembre 2008. Vellutata di lattuga; cannoli di tonno al tonno

E’ arrivato l’autunno!!! E finalmente ci si può lanciare senza (troppi) sensi di colpa su preparazioni più invernali…L’altra sera la scelta è ricaduta su un menù di pesce, in cui il primo piatto era una fumante vellutata di lattuga con frutti di mare, seguita da cannoli di tonno (peraltro re-interpretati con molta fantasia!). Una breve premessa: tra una cosa e l’altra, abbiamo iniziato a cucinare alle 9 circa, e ora delle 10 la sottoscritta era pronta per andare a dormire, anche se metà della cena era ancora da consumare. Questo indizio può forse gettare luce sul generico senso di insoddisfazione personale per la riuscita delle preparazioni…Infatti, complessivamente la cena non mi è dispiaciuta, però ho avuto delle leggere perplessità, dovute più che altro a indicazioni un po’ lacunose delle ricette (Cuoco numero 1 aggiunge: credo che la stanchezza giochi il ruolo principale nell’insoddisfazione delle ricette!)
Dopo questo verboso preambolo, passiamo senza indugio alle ricette!

Il primo sembrava molto invitante: una bella vellutata a base di lattuga e altre verdure servita dopo essere stata passata con il magico frullino, e accompagnata da un misto di frutti di mare scottati con aglio e olio. E qui secondo me si cela il vero “baco” della ricetta: la dose indicata di frutti di mare era sicuramente troppo modesta, e non suggerire cosa esattamente comprare hanno creato qualche piccolo problema. Noi abbiamo optato, per motivi di tempo, per un misto già pronto per un sugo di mare (salmone, merluzzo, polipo e seppie) tagliati a pezzettini. La combinazione con la vellutata non era male, però secondo me sarebbe stato più indicato un misto di vongole, seppie e co., e magari gamberetti. Se volete provare la ricetta, vi consigliamo anche di raddoppiare la dose consigliata dei frutti di mare! A parte quest’osservazione, la vellutata era deliziosa, e sarebbe stata perfetta anche solo con dei semplici crostini di pane a cassetta! (Cuoco numero uno concorda; anche se a rigore abbiamo sbagliato noi a mettere il misto con merluzzo e salmone, visto che non dovrebbero essere considerati frutti di mare! Però condivido la critica alla quantità, che noi abbiamo già disatteso per eccesso. Per due persone vengono consigliati 80 grammi di frutti di mare. Se doveste mai ripetere la ricetta, vi prego, TRIPLICATE la dose!)

Per quel che riguarda il secondo, nulla da eccepire sul gusto (anzi, il risultato finale era ottimo!), ma sulla preparazione. L’obiettivo finale era di avere delle belle fette ampie ma sottili di tonno fresco da farcire con un trito di tonno, olive e altri aromi (se volete scoprirli… Comprate il secondo volume!), avvolte da fette di pancetta previo arrotolamento a cannolo. L’idea era ottima, peccato che presupponga la disponibilità di un trancio di tonno di dimensioni improbabili (almeno per chi come noi, fa la spesa di fretta al supermercato!). Infatti le nostre fettine erano si sottili, ma più simili a striscioline, e questo ci ha portato a modificare la ricetta preparando in pratica dei simpatici spiedini! Il risultato finale era, ripeto, ottimo come gusto, però mi sono sembrate un po’ improbabili (poco realistiche e poco dettagliate) le spiegazioni.
Qui cuoco numero 2 aggiunge che il risultato è davvero buono per gusto, con una curiosa fusione di gusti semplici e delicati (il tonno e il basilico) e forti e decisi (pancetta e capperi). Non posso che concordare con cuoco numero 2: nella mia modesta esperienza non ho mai visto tranci di tonno tanto grandi da permettere di dare all’involtino la forma di un cannolo! Però è un piatto semplice e di rapida preparazione, che senz’altro consigliamo!

Buon appetito,

mercoledì 10 settembre 2008

L'angolo del critico 2


Ed eccoci con un nuovo ristorante da recensire! Forse dovremmo anche rimetterci a cucinare (che è pure più sano per le nostre finanze!)….
Allora, non ancora del tutto riacclimatati alla normale vita lavorativa, decidiamo di andare in una pizzeria-ristorante tranquilla, che ci faccia sentire ancora un po’ in vacanza. Dopo una rapida consultazione, cuoco 1 propone “Frijenno e magnanno”, pizzeria napoletana in zona Centrale. Cuoco 2 viene attirata con la promessa di fritti (e il nome del locale non ne fa mistero! NDCuoco numero2) e piatti abbondanti, e devo dire che le promesse vengono mantenute! Il nostro menù si apre infatti con un antipasto di fritti misti, prosegue con paccheri con gamberi e ricotta e un calzone tradizionale, concludendosi con un pantagruelico cannolo siciliano e una onorevole fetta di pastiera.

L’antipasto consiste di un abbondante misto di fiori di zucchina, pizzetta, mozzarella in carrozza, mini-arancini, crocchette e pastella con erbe aromatiche….tutto rigorosamente fritto! A me è piaciuto tutto, il fritto era abbastanza leggero e tutte le preparazioni gustose e ben fatte. E la dose era veramente onesta. Passando al resto, cuoco 2 ha preso i paccheri: buoni, tanti anche se niente di eccezionale. Assaggiando invece il calzone, ho deciso che quella sarebbe stata una scelta vincente: era buonissimo! Pasta, ripieno, cottura: nulla da eccepire! Vediamo però se cuoco 1 è d’accordo….

Certo che lo sono! (Back office della cena: l’unica critica alla cena da parte di cuoco numero 2 è venuta dalla quantità onestamente imbarazzante di carboidrati. Fra fritti, pasta, pizza e dolce credo che se ci fossimo misurati la glicemia avremmo rotto la macchinetta! E ovviamente cuoco numero 1 ha gradito!). Tutti i piatti si rivelano all’altezza, ma il calzone è a mio avviso di gran lunga il piatto più riuscito rispetto alla tradizione napoletana.

E, dulcis in fundo, che buoni i dolci! Il cannolo era di dimensioni ragguardevoli, con la farcia di ricotta soffice e spumosa, con la scorza d’arancia candita e gocce di cioccolato e proprio delizioso! Buona anche la pastiera, anche se il vero estimatore è cuoco 1, cui lascio la parola per il panegirico!
Panegirico: che altro dire della pastiera? Credo davvero si tratti della manna di biblica memoria. Quella di Frijenno e magnanno è buona: non come ricordo gli esemplari provati in Campania, ma molto onesta.

Cuoco numero 1 chiude aggiungendo che involontariamente il ristorante era stato già recensito (positivamente) da Allan sul Corriere del 25 Maggio 2001. Qui seguono alcuni estratti della recensione:

"Più napoletano di così proprio non è possibile […] fin dal nome che letteralmente vuol dire friggendo e mangiando. […] Maria Tommasino, che ha voluto questo nome accattivante, è napoletana purosangue e viene da una famiglia da sempre impegnata nella ristorazione"
piatti di particolare nota: pizze, fritto Italia (crocchette di patate e pasta di pane ripiena di frutti di mare), maccheroncini alla vesuviana, pasta e fagioli con le cozze, linguine al cartoccio di frutti di mare, orata all'acquapazza, branzino fritto
da segnalare i vini: "pochi i vini, tutti nati all'ombra del Vesuvio"

Buon appetito!!!!

giovedì 4 settembre 2008

L’angolo del critico (beh non esageriamo! Dell’aspirante critico?)

Come promesso, ecco la nuova rubrica del nostro blog! Abbiamo deciso di condividere le nostre esplorazioni dei ristoranti milanesi, ristoranti che vengono scelti o in base all’ispirazione del momento, o attingendo al nostro guru, ovvero tramite le recensioni di Allan sul Corriere.
Il nostro primo esperimento ufficiale è un nuovo ristorante vegetariano (definizione un po’ riduttiva forse….) in via Buonarroti, “il Muscolo di Grano”. Rimandiamo al sito e alla recensione del Corriere Milano (http://www.corriere.it/vivimilano/a_tavola/articoli/2008/07_Luglio/22/muscolo_di_grano.shtml) per maggiori dettagli tecnici: basti sapere che il muscolo di grano è un impasto a base vegetale che sostituisce la carne, il prosciutto, la bresaola, la salsiccia……

Che dire allora? Innanzitutto, il locale è molto carino, con un bell’arredamento rilassante e originale, la proprietaria e il personale (tutto femminile, cosa che io personalmente ho apprezzato molto: mi sembrava di andare a cena da un gruppo di amiche! – Qui cuoco #2 aggiunge che la cosa l’ha lasciato personalmente alquanto indifferente Ma in effetti il personale è cortese e disponibile!) simpatiche e disponibili. Il servizio era un po’ lentino, ma credo che fosse la serata sfortunata: c’era infatti un gruppo di circa 50 persone al piano superiore che ha calamitato molte risorse! In ogni caso, niente di tragico!
I nostri eroi hanno deciso di prendere un antipasto in due e poi di lanciarsi sui classici primo, secondo e dolce, tanto per restare leggeri!


Allora, ecco il menù:
Enchiladas
Un bell’antipasto sfizioso con un ripieno di verdure e carne trita (dove ovviamente la carne è muscolo di grano!) che a modesto parere di cuoco #2 è il piatto più simile all’originale da carnivori! In tutta onestà, a paragone di un’enchilada normale, non saprei distinguere!

Pasta con salsiccia
Altro piatto davvero riuscito, una memoria di qualche trattoria del centro Italia (diciamo, l’Ubu Re di Perugia? ) vi solletica il palato, ma poi gli ingredienti leggeri e il contesto raffinato vi ricordano che siete in un ristorante bio in piena zona Fiera!

Battuta di carne/muscolo di grano

Straccetti di carne su letto d’insalata

Un piatto che fa onore all’idea del muscolo di grano. Siccome l’essenza stessa del piatto è la carne, qui si avverte maggiormente la differenza con la carne, ammettiamolo, quella vera... La consistenza è meno sostanziosa e le fibre differenti. Ma il piatto è gustoso e appetitoso, anche per chi come me non è appassionato del cibo bio. Complessivamente una buona valutazione, ma rimaniamo curiosi entrambi della fiorentina, celebrata da Allan nella recensione su Vivimilano e terminata quella sera.

Qui, e scusateci ma ci sono state le vacanze di mezzo, non ricordiamo i dolci! Data la soddisfazione del posto direi che dovremo tornarci ed esplorare nuovamente il menu!

Complessivamente sono rimasta molto soddisfatta sia dal gusto dei piatti in assoluto, sia dal confronto con l’equivalente a base di carne (e confesso di essere una carnivora impentitente!). Dosi giuste, ottime preparazioni, buon servizio, locale simpatico e comodo da raggiungere: direi che è un posto che consiglio a chi vuole mangiare bene e sano e che cercheremo di tornarci!

giovedì 24 luglio 2008

Giovedì 17 Luglio 2008. Ostriche cotte al gorgonzola; linguine ai gamberi e zucchine; sogliole allo champagne.

Settimane (o forse mesi!) di assenza dal blogghino…sorry! A nostra scusante, super lavoro per entrambi! Ora però l’estate si avvicina (e la voglia di lavorare cala in picchiata) e siamo finalmente di nuovo nella stessa città, quindi via con le super cene! Qualche sera fa abbiamo deciso che era necessario preparare qualcosa di buono attingendo alla mitica fonte per non essere definitivamente banditi dall’etere. Nella mia incredibile organizzazione, mesi addietro avevo preparato una lista con quattro menù già assemblati, così è stato possibile metterci d’accordo via mail e arrivare a casa di cuoco number 1 con spesa mirata già fatta, che efficienza!
Il menù era a base di pesce, e che pesce oserei dire! Infatti, come antipasto ostriche al gorgonzola, come primo tagliolini con gamberi e zucchine (ricetta non di Allan, però veramente buona e di questa possiamo anche fornire ricetta senza paura di infrangere il ©), e come secondo sogliole allo champagne (cioè al vino bianco, in fondo siamo squattrinati…). Come potrete immaginare, il dolce ci sembrava veramente un po’ troppo e abbiamo optato per una dignitosa macedonia mista di mamma-Esselunga.
Prima di spiegarvi le ricette e mostrarvi le foto, vi anticipo che è stata una cena super iper mega deliziosa: l’antipasto unisce in maniera squisita due dei miei ingredienti preferiti (mancavano aragosta e caviale, ma forse a quel punto sarebbe stato un po’ esagerato), gamberetti e zucchine si sposano a meraviglia, e la sogliola era leggera ma davvero gustosa. Insomma, io sono soddisfatta del risultato, e devo ammettere che ho scoperto che le ostriche sono molto buone anche cotte!
Inoltre abbiamo ormai acquisito un certo metodo di lavoro, e siamo riusciti a calibrare bene i tempi delle varie preparazioni in modo da riuscire a gustarci i vari piatti man mano che gli altri erano in cottura. E abbiamo lavato tutto man mano, evitando così l’orrenda pila di piatti, padelle e padelline da sistemare alla fine della lauta cena: ci meritiamo un bel 30 per l’organizzazione scientifica del lavoro!





E ora ai piatti. Le 12 ostriche sono state prima messe in forno per qualche minuto affinché scaldandosi si aprissero più facilmente, e poi sono state ricoperte di una deliziosa cremetta di panna e gorgonzola, spolverate di pangrattato e messe al grill. Devo dire che il risultato era veramente strepitoso: due sapori definiti che si combinano alla meraviglia!





Per la pasta lascio la parola al mio compare, creatore della gustosa ricetta!






Eh già... Siamo nuovamente nella stessa città, e credo sia difficile festeggiare con un menu più ricco!



Il cellulare con cui abbiamo scattato le foto merita un plauso, perchè il risultato rende abbastanza onore all'originale. Peccato che la tecnologia non ci abbia ancora dotati di dispositivi per riprodurre i profumi... E' un caldo luglio, nel pieno della canicola milanese, ma il profumo delle ostriche crude riporta subito al mar ligure, o meglio ancora, a qualche taverna sul mare del nord, magari dalle parti di Calais, dove gustare le ostriche con un bianco strutturato e qualche vela in lontananza. Se credete questa descrizione eccessiva, chiedete a cuoco numero 2 cos'ha fatto prima di infilare le ostriche in forno! (Hint: un sorriso celestiale si è aperto al profumo emanato dalla futura cena!).






Ma passiamo, come anticipato dalla mia "compare", alla pasta. In origine il ricco menu scelto (A Gennaio!!!!) comprende anche una minestra di gamberi che promette sì grande gusto, ma anche una lunga lavorazione (Si parla di un'oradi cottura) e soprattutto un'emanazione di calore prossima a quella da fusione del nucleo di una centrale atomica francese. Optiamo quindi per un piatto più artigianale dell'originale di Allan, e più consueto: le linguine ai gamberi e zucchine.





La preparazione è piuttosto semplice. E da buon piatto semplice, la qualità è data dagli ingredienti (nel nostro caso siamo fortunati e sia la pasta che i gamberi si rivelano gustosi!). Facciamo scottare in padella i gamberi precedentemente sgusciati con una zucchina che tagliamo julienne a mano (per mantenere i pezzi sufficientemente corposi), dopo averla pelata (il che in cottura permette che si formi una sorta di crema di zucchine che lega il sugo della pasta). In un buon olio extravergine (eh già, secondo noi non si frigge con oli di semi!) si possono aggiungere diversi sapori mediterranei. Nel nostro caso ci rivolgiamo al prezzemolo e al classico pepe nero. Mentre l'acqua è portata ad ebollizione e la pasta si cuoce, il sugo è pronto, e il risultato... Beh, vi invitiamo a ripetere il semplice piatto, e attendiamo commenti!



La cena prosegue con un'altra ricetta di Allan, anche questa caratterizzata da grande semplicità. Si tratta delle sogliole allo champagne: probabilmente il piatto pù facile fra quelli provati questo turno. Il trucco ancora una volta sta nello scegliere un buon pesce, e far deglassare il piatto con la giusta quantità di vino bianco (o champagne per i più facoltosi!). Piatto molto buono e leggero, con un'unica avvertenza: il consumo del giorno dopo (eh già, non ditelo a nessuno, ma non buttiamo gli avanzi dei nostri banchetti!) va effettuato previo riscaldamento, pena la formazione di una crosticina di burro e farina piuttosto spessa e poco attraente!



Insomma, la cena di riunione dopo tanti mesi è divertente e gustosa. La base di pesce permette di pregustare le sospirate vacanze, ed immaginare spiagge al tramonto e bei paesaggi...



Chiudiamo il post con un accenno ad alcuni possibili sviluppi, cui stiamo ancora pensando, per il nostro blog! Nell'attesa di notizie, vi auguriamo...



Buon appetito!

giovedì 15 maggio 2008

Lunedi' 12 Maggio 2008. Linguine gamberetti e curry; ratatouille; panna cotta.

I nostri eroi sono temporanemante separati: ma gli dei della cucina richiedono un sacrificio, cosi' si decide per invitare alcuni amici stranieri per una cena a base di piatti di Allan e riportare i risultati.

É uno strano e afoso lunedí di Maggio in un remoto Paese del Nord Europa. Lunedí di festa, peraltro, quindi il giorno ideale per comprare ingredienti freschi di giornata e cucinare con calma e cura qualche manicaretto.

Il caldo non fa desiderare piatti bollenti: richiede piuttosto piatti leggeri e gustosi, davanti ai quali scambiare due chiacchere. E infatti l'unico piatto che verrá servito caldo sono le linguine al curry e gamberetti... Un piatto divertente e sfizioso che si fa perdonare la temperatura bollente con un gusto esotico (almeno per gli invitati occidentali: l'amico cinese lo trova banale!) e una consistenza rotonda e piena. La ricetta di Allan é seguita alla perfezione, fatto salvo il fatto che il pollo e la mela usati per la cottura della salsa al curry non vengono tritati (per mancanza di attrezzi adeguati!), ma tolti dal fuoco a cottura ultimata (e usati per condire a pranzo un buon riso basmati!
- ma non ditelo a nessuno!! Si tratta di un divertente e utile spin-off della preparazione mattutina, quindi se trovate una soluzione alternativa per recuperare gli ingredienti della salsa senza comprometterne la consistenza, scrivete pure!). Il risultato é un piatto molto buono, ma forse la salsa risulta liquida (la foto delle linguine, ahimé, puó testimoniare).

Gli invitati apprezzano molto l'esperimento indo-italiano, e persino una ragazza turca, che odia nell'ordine cipolle, curry e gamberetti apprezza il primo, tanto da accanirsi in una suprema scarpetta... Ma decisamente si puó fare meglio la prossima volta! Magari cercando gamberi piú grandi e lavorando sulla densitá della salsa.

Siccome il caldo regna sovrano, per il secondo decido di preparare un grande piatto della tradizione italiana, ovvero
la ratatouille, seguendo peró i consigli di Allan per la peperonata (e quindi decidiamo di pubblicare anche questa parte... I nostri 25 lettori ci perdoneranno?)

Per evitare ustioni del palato agli invitati il piatto viene servito tiepido. Le preparazione, di gran lunga la piú time-consuming fra i tre piatti, avviene con i crismi. Le verdure vengono fatte cuocere una ad una per rispettare tempi di cottura diversi. Fortunatamente l'acquisto mattutino si rivela fortunato: le zucchine risultano passabili, ma i peperoni e le melanzane addirittura deliziose. Piccola nota: l'aggiunta di due piccole papriche dolci (cioé dei simil-peperoni da cui si ricava la spezia omonima) si rivela appropriata, il colore brillante delle verdure non inganni: se la paprica é dolce é molto compatibile con i nostri gusti e esalta il sapore della ratatouille.

Non commento l'uso sfrenato del pane sul sugo della ratatouille, che rivela il successo del piatto - probabilmente quello che incontra meno resistenza nel palato degli invitati stranieri.

La cena si chiude su un altro grande dolce della tradizione italiana: la panna cotta. Per il sottoscritto é un esordio assoluto, e un po'di preoccupazione c'é! Fortunatamente il supermercato del remoto Paese del nord Europa é fornito di tutto il necessario, inclusa la colla di pesce; inoltre il reparto frutta e quello dolci suggeriscono una contaminazione fra due ricette allaniane - dalle gelatine descritte nell'ultimo post rubo la crema di lamponi freschi!

Nella preparazione della panna cotta qualche piccola modifica in corso d'opera é richiesta dagli ingredienti del luogo. In particolare lo zucchero nella panna é di canna e insaporito al cioccolato: se lo trovate in Italia utilizzatelo, il risultato é delizioso. Al posto della vanillina, poi, ho usato gli aromi di vaniglia (e fin lí niente di strano!) e rum. Quest'ultimo sparisce letteralmente nel dolce degli altri ingredienti, quindi se desiderate un retrogusto alcoolico puntate sul liquore puro.

Risultato molto buono, ma con piccola nota negativa sulla presentazione: in assenza di formine di qualitá ho dovuto comprarne di carta, col risultato che il liquido caldo le ha deformate, producendo dolci sformati (letteralmente). Quindi voto eccellente al gusto, ma insufficiente alla forma!

La cena si é trascinata per ore. I convitati hanno apprezzato tutti i piatti, con i caveat sopra citati! Ma l'esperimento nel complesso ha avuto successo. Ultima nota sui vini: in assenza dell'ampia scelta di un bancone di supermercato italiano mi sono orientato su un bianco sudafricano fruttato, molto appropriato per il vino, e su un pinot nero australiano per la ratatouille, con risultati molto buoni. Purtroppo é vero: stiamo perdendo anche quel monopolio!

Buon appetito,

martedì 6 maggio 2008

Domenica 4 maggio 2008: Menù di pesce n. 2


















I nostri eroi, finalmente nella stessa città per un lungo weekend, decidono di cimentarsi nella preparazione di una cena completa a base di pesce. Cuoco n 1 (o n 2, non ricordo più chi sia chi!), stila con larghissimo anticipo ben 4 proposte di menù, dal primo al dolce, contorno compreso (anche se in questo caso il contorno viene sacrificato sull'altare del tempo)! Dopo attenta analisi dei desideri mangerecci e della disponibilità stagionali di materie prime, viene selezionato un bel menù di pesce molto primaverile. I nostri eroi, consapevoli di una certa lunghezza nella preparazione dei piatti e delle ridotte (ndr delicato eufemismo) dimensioni della cucina, partono con la super lista degli ingredienti e poi con la spesa con largo anticipo, e per le 18:00 sono già pronti e grembiule-muniti. Viene subito deciso che il menù richiede un approccio strategico, e si opta per la preparazione di un piatto alla volta: metodo più lento, forse, ma più ordinato e consono alle attrezzature “hardware” a disposizione. Con la spesa elegantemente disposta sul tavolo, parte la preparazione dei super-piatti, ovvero: pasta con cappesante e salsa di fave, spiedini di pesce spada, e gelatina di frutti di bosco.







Si procede in ordine inverso, dato che le gelatine devono riposare in frigo almeno 2 ore. L’idea principale della preparazione è di preparare la gelatina con una buona dose di vino rosso, aggiungerla ai frutti di bosco (nel nostro caso solo mirtilli e lamponi), e poi servire con una deliziosa salsina di lamponi e zucchero a velo (unico zucchero aggiunto alla ricetta) e yogurt greco. I commenti dopo!







Poi passiamo a preparare il primo, dividendoci nella pulizia delle cappesante (ammettiamolo, surgelate, ma il banco del pesce era piuttosto sguarnito….) e nella preparazione della salsa di fave, aglio, olio e pecorino. Il risultato è una morbida crema di un bel verde brillante. Nel frattempo parte anche il lavoro sugli spiedini, ovvero taglio del pesce spada e delle verdure a dadini microscopici, causa assenza di spiedini di legno al supermercato. I nostri eroi, con puro spirito Indiana Jones (o Mac Giver!) optano per minuscoli stuzzicadenti/spiedini da cocktail, che alla fine però si rivelano una scelta più che azzeccata! Infatti gli spiedini saranno dei deliziosi bocconcini da mangiare tutti in una volta!








A questo punto la cucina viene messa in super ordine, la tavola apparecchiata e si comincia a lavorare sul serio!






Le foto probabilmente non rendono merito al bel colore verde chiaro della salsa con cui condiamo le linguine. Le fave sono stemperate dalle capesante, e nell'insieme il piatto ha un gusto davvero pieno e rotondo. Per caso abbiamo preparato la pasta con una dose di capesante superiore a quella consigliata da Allan (sei per un piatto per due persone), e il risultato secondo noi è perfetto: quindi probabilmente la dose consigliata sul manuale è leggermente inferiore al necessario!






Il secondo, come detto, assume quasi l'aspetto del finger food. In origine dovremmo infilzare il pesce spada con lunghi spiedi, ma essendone il supermercato sprovvisto optiamo per più semplici spiedini da aperitivo, col risultato che vi mostriamo sia nella teglia che nei piatti: una dose giusta di spizzichini divertenti e leggeri, in cui il gusto lieve del pesce spada non è sovrastato dalla marinatura in arancia e limone. Anzi, il gusto dell'insieme è così sfumato (ma non insipido!) che secondo noi una spruzzata di pepe nero completa degnamente l'opera.



Le dosi sinora non sono trascurabili, ma l'insieme, essendo incentrato sul pesce, richiede una degna chiusura con un dolce che ne faccia diluire il sapore forte prima di un bel film serale. Cosa c'è di meglio di una coppia di gelatine ai frutti di bosco per questa serata milanese di inizio estate? Dopo un'iniziale momento di preoccupazione (aiuto! le gelatina al vino rosso non si solidifica!) ci rendiamo conto che il freddo del frigo fa il suo dovere. Così al termine del pranzo ci ritroviamo con un paio di gelatine a testa (una dose necessaria per due buone forchette!), che ricopriamo con una semplice e deliziosa crema di lamponi e zucchero velato preparata con ingredienti freschi, e con un paio di foglie di menta per guarnizione (che cuoco numero X mangia con gusto!). Il piatto chiude degnamente la cena a base di pesce, il fresco dei frutti di bosco è canto per la gola, con l'unico limite della mancanza di adeguate formine, che fanno sì che si perda la presentazione originale suggerita da Allan (cioè lo jogurt greco al centro di una forma a ciambella), ma anche che al distacco dalle formine d'alluminio usate da noi parte delle gelatine si sformino.
Al termine di tanto lavoro un film comico di cui non diremo titolo e protagonista (Evan almighty e Steve Carrell!) ci strappa una risata dietro l'altra... Ma chissà che non sia il ricordo sul palato della cena di poco prima, con l'accompagnamento di un dolcetto delle Cantine di Ovada!
Buon appetito,

sabato 19 aprile 2008

Sabato 19 Aprile 2008: Riso in cagnone; salmone con melanzane.










E' un grigio sabato mattina in una remota città del Nord Europa e i due cuochi sono separati questo fine settimana. Ma non sia detto che il sacro fuoco della cucina si spenga!


















Così prima di andare a fare provviste cuoco numero uno sfoglia la bibbia alla ricerca di due piatti che soddisfino numerose caratteristiche:









  1. Che siano semplici da realizzare (in fondo è mezzogiorno passato, la colazione è stata saltata e la fame inizia a farsi sentire!);




  2. Che non riproducano i gusti tipici della cucina locale (nella lunga settimana lavorativa che precede questo post il nostro eroe è stato sommerso da carne rossa e fritti vari!);




  3. Che ricordino per gli ingredienti richiesti il luogo di provenienza di cuoco numero uno, quindi richiedano spezie e cotture di origine mediterranea;




  4. Che, ultimo ma non in ordine di importanza, siano gustosi!








Così la scelta ricade su due piatti semplici ma dal suono che suggerisce buoni sapori: il riso in cagnone e il salmone con melanzane.





Il primo, una grande tradizione lombarda (la nostalgia si fa sentire!), richiede davvero una preparazione minima e a dispetto della semplicità di ingredienti e procedure si rivela un'ottima scelta. Si tratta di un semplice riso in bianco, condito con del burro fatto ripassare in pentola con salvia e aglio. Così facendo, nel tempo in cui il riso cuoce, il burro assume un piacevole color nocciola e prepara lo stomaco ad un affettuoso trattemento...





L'unica pecca del piatto, che si rivela saporito e leggero (a patto di rispettare le parche dosi di burro suggerite sulla bibbia di Allan!), riguarda un errore di chi scrive, che nel tentativo di preparare assieme i due piatti si è ritrovato con il burro annerito prima della cottura del riso, e ha dovuto spegnere il pentolino del burro per non farlo bruciare - cosa che ha poi richiesto una ripassata in padella del riso col burro, col risultato di farlo leggermente scuocere.







Passiamo ora al più elaborato secondo. L'opinione di chi scrive contrasta leggermente con quella di Allan sul pesce: il salmone è davvero il re dei pesci, e le carni rosa e tenere hanno davvero un aspetto sontuoso e un sapore intenso ma delicato.


La preparazione richiede qualche cura in più rispetto al riso, ma rimane un piatto semplice e dalla riuscita davver spettacolare. La menta si sposa perfettamente al gusto intenso del salmone e lo perfeziona, stemperandolo. Le melanzane julienne sono un'idea carina e nuova (almeno per me) e soprattutto sono fra le mie verdure preferite - il che, assieme al fatto che trovo il salmone delizioso, rende quetso un piatto da re! E poca salsa di pomodoro (rigorosamente bio!) rendono l'insieme ancora più appetitoso e colorato, il che non guasta.


Chiudo la coccola culinaria mostrando un'immagine della bibbia di Allan aperta accanto ai fornelli, con ingredienti a fare da segnalibro e la mezza idea di comprare un leggio per ottimizzare la preparazione dei futuri piatti!

Buon appetito,

martedì 25 marzo 2008

23 Marzo 2008. Pennette al tonno e menta; insalata di pomodori pachino al guacamole.

E' un freddo giorno di Pasqua in una remota città del nord Europa. I nostri eroi sono reduci da una bella ma stancante gita su un isolotto di pescatori, vento gelido e tormente di neve si sono abbattuti sui due sventurati, è l'ora di coccolarsi un po'... Quale occasione migliore per provare piatti nuovi dai Sacri Libri?



Per il primo optiamo per un piatto di pennette fresche al tonno e menta. (Ammettiamo che il piatto è preceduto da un semplice antipasto di salmone affumicato e marinato in olio d'oliva e limone, con pane fresco e caldo). La preparazione è semplice e rapida. Le luci soffuse della prima sera illuminano un tagliere dove il tonno si accumula in dadini e la menta in foglioline composte, che vengono aggiunte al tonno in padella (anzi, nel wok!) all'ultimo. Le pennette si rivelano un buon formato, e il piatto leggero e gustoso!



Dopo antipasto e primo rimane poco spazio... Inoltre i nostri sono attesi dalla prova colomba (in fondo è pur sempre Pasqua!). Così si decide di preparare una semplice insalata di pomodori pachino, condita però con il mitico guacamole (questo descritto nel secondo libro di Allan)... Una grande preparazione messicana a base di avocado (aguacade nello spagnolo dei nativi messicani), cipolla fresca, chili e pomodoro. Una ricetta semplice e saporita, in cui prevalgono il sapore dell'avocado, che quando maturo può degnamente sostituire alcune verdure strutturate, e il chili.



Al termine della cena le papille, solleticate da menta e peperoncino, vengono infine coccolate dal dolce e familiare sapore della colomba. E' una semplice colomba Bauli.... (O forse dovremmo scrivere B****?) Ma la bella giornata e il tempo atmosferico estremo rendono ogni sapore unico. Una cena di Pasqua buona e diversa... A presto per altre incursioni nella cucina del gourmet milanese! Buon appetito,

lunedì 17 marzo 2008

15 Marzo 2008. Clafotti ai pomodori e champignon; clafotti al rocquefort e prosciutto; bavette al pesto di spinaci e pecorino.

E’ un sabato pre-primaverile e il sole e campeggia allo zenith. Verso l’ora di pranzo i due cuochi decidono di invitare nella tana del lupo un’altra coppia di amici, il cui lui è un piemontese dal notorio appetito (per usare un eufemismo) mentre la lei, ballerina a tempo perso, coltiva strane idee (strane idee solo per cuoco number one, che invece è caratterizzato da fame atavica e perenne! Ndr) sulla conservazione della linea. Questa volta la ricetta viene scelta subito prima della spesa, ancora una volta effettuata nella rush hour dei supermercati milanesi, ovvero il sabato pomeriggio.

Memori dell’ultima esperienza, da cui (letteralmente) i nostri sono usciti scottati, si cerca di comune accordo di imbandire un menu ricco ma fresco. Questa volta è il secondo testo sacro ad ispirare le nostre azioni (quello per intenderci con la copertina bianca). Come al solito la preparazione della serata viene posposta – in fondo è sabato e una lunga settimana ha preceduto il pomeriggio di festa! Questo però riduce la scelta dei piatti a quanto può essere cucinato in tempo utile, dove l’acquisto degli ingredienti necessari avviene verso le sei e mezza, mentre due ore dopo i nostri amici dovrebbero arrivare. Optiamo dunque per un antipasto sfizioso, mentre puntiamo su un primo sostanzioso per sfamare le nostre cavie.

La scelta dell’antipasto ricade su due diversi tipi di claflotti (Allan’s way for clafoutis!), il primo ai pomodori e champignon; il secondo al rocquefort e prosciutto. La preparazione del piatto risulta divertente e facile. Una pastella semplice viene preparata con uovo, latte e panna, mentre la farina di grano (lo possiamo testimoniare!) può facilmente sostituire la maizena, non presente in casa. Il clafotto ai pomodori e champignon resiste anche alla sostituzione dell’aglio con lo scalogno (anche se indubbiamente il sapore ne esce meno intenso). Il risultato è davvero eccellente: in circa mezz’ora di lavoro si possono preparare sformatini individuali che risultano saporiti e scenografici, richiedendo meno attenzioni del soufflè e risultando delicati e saporiti.

La preparazione del pesto agli spinaci è avvolta invece in un alone di incerta attesa. Pensare di condire una pastasciutta con un sugo di spinaci è senz’altro inaspettato, anche se l’accostamento fra spinaci e noce moscata viene caldeggiato da uno delle due menti del blog. La preparazione è altrettanto semplice dell’antipasto, e la logistica della cena ringrazia: in un grilletto (che la seconda cuoca chiama più banalmente ciotola!) è possibile pestare (per i puristi sarebbe d’uopo il mortaio ma la casa di cuoco number one ne è tristemente sfornita) o frullare (per le persone pratiche) circa 300 grammi di spinaci insieme a pinoli, quattro gherigli di noci e del buon pecorino, nel nostro caso sardo DOP. L’olio, come nel pesto alla ligure, rappresenta l’amalgama, mentre la noce moscata conferisce un tono allegro e promette di sorprendere il palato. Anche in questo caso il risultato ci convince fino in fondo, anche per l’uso di bavette di qualità che assorbono bene il sugo e esaltano il nostro lavoro.

A dimostrazione della buona riuscita dei piatti, nulla viene lasciato né nei singoli piatti, né nei piatti di portata! Purtroppo ci siamo scordati di fare le foto, però garantiamo che anche l’occhio era appagato, soprattutto dal bel verde brillante degli spinaci!

Breve nota sui vini: dato il corpo di antipasti e primo optiamo per un dolcetto di Dogliani seguito da un refosco dal peduncolo rosso (cuoco number two è molto divertita dal nome!). Due vini pieni e brillanti, che si sposano bene con i sapori più forti della serata, in particolare il rocquefort, senza però coprire quelli più delicati, ovvero i clafotto ai pomodori e champignon.

Buon appetito!

domenica 9 marzo 2008

1 Marzo 2008. Clam chowder; uova strapazzate ai gamberetti.



In una insolitamente calda giornata di fine febbraio, i nostri eroi decidono di preparare una cenetta per due (questa volta nessuna cavia!) attingendo all’ormai mitica fonte: Cuochi si diventa!


Prima ancora di decidere cosa cucinare entrambi concordiamo che è necessario trovare ricette fresche, e adatte al clima primaverile un po’ anticipato. Preso in mano il libro, scorriamo l’indice, e cuoco number one esclama: “Facciamo il Clam Chowder!” e cuoco number two accetta entusiasticamente. Forse siamo stati colpiti da un’improvvisa folata di vento gelido, ma dopo la cena concordiamo entrambi che forse non era la scelta più azzeccata per una serata calda al limite dell’estivo, anche se il risultato culinario è stato ottimo! Tornando alla fase preparatoria, una calda e fumante zuppa a base di cozze, latte, burro e farina non ci sembra sufficiente, quindi cerchiamo un secondo di mare adatto, ma non troppo laborioso (la stanchezza della settimana comincia a farsi sentire…).




Dopo un attento sguardo al motore di ricerca troviamo la ricetta che fa per noi, semplice ma gustosa: uova strapazzate con i gamberetti. In questo caso ci sembra che l’equilibrio fra tempo di preparazione e gusto atteso sia l'ideale, stiamo comprando gli ingredienti e sono già le sette, le code alle casse non promettono nulla di buono e lo stomaco reclama la sua parte! Il risultato è lusinghiero, in pochissimi minuti un piatto gustoso e leggero è pronto. Interpretiamo la ricetta di Allan a nostro favore (cioè a favor di tempo), ovvero usiamo gamberi precotti per accelerare la preparazione (ma non ditelo a nessuno!). Dopo il lungo lavoro per preparare il clam chowder ci sentiamo sollevati nel trovare saporito un piatto preparato in dieci minuti scarsi!




Note: la cena è innaffiata da un buon bianco leggero, un pinot grigio del 2006 che ben s'accoppia sia al sapore esotico-marino del clam chowder, sia a quello delle uova ai gamberetti. Il clam chowder viene preparato con le cozze, nonostante la memoria di entrambi si ricordi di vongole, ma la probabile spiegazione è che le vongole americane siano in media più grandi delle nostrane, e che quindi le nostre cozze meglio s'adattino. Una nota finale, ci permettiamo un consiglio: considerate attentamente le condizioni atmosferiche prima di preparare questo piatto, se la temperatura supera i cinque sopra lo zero è assolutamente sconsigliato! Buon appetito,

venerdì 15 febbraio 2008

Domenica 27 Gennaio 2008. Fusilli con uova di salmone, cime di rapa e arachidi; curry di verdure miste.

Stavolta il clima è favorevole. Una bella domenica rilassata, in parte passata a lavorare. Un paio di giorni prima invitiamo una cara amica a gustare le prelibatezze chez nous, e fissiamo l'appuntamento di domenica per avere il tempo non solo di preparare adeguatamente la cena, ma anche di entrare con lentezza nell'atmosfera di piccola festa di una bella cena con amici.

Sfruttiamo l'apertura domenicale di un'Esselunga per recuperare ciò che manca; ma la stessa idea viene ad altri 7678 milanesi (la densità all'interno del supermercato viene prontamente inserita nel Guinness 2008 come il nuovo record del mondo, battute Calcutta e i banchetti del Ticket One ai concerti). Il sottoscritto si aggira con aria infastidita fra i banchi, con una copia della bibbia (Cuochi si diventa) per essere pronto alle emergenze, che puntualmente si presentano: la prevista pasta al tonno e menta non può essere preparata, causa assenza del tonno!

Il libro in mano suscita l'interesse di un altro cliente, che poco prima di essere travolto da un carrello lanciato a folle velocità fa in tempo a complimentarsi per l'ingegnosa trovata. La spesa di pochi ingredienti richiede più di un'ora, ma con un po' di fortuna (e le uova di lompo al posto di quelle del salmone, ma non ditelo a nessuno!) esco e raggiungo l'altro membro del blog...

Si procede con la cucina. Questa volta le dosi vengono deguite alla lettera, tranne che per il sale; questo si rivelerà l'unico, fatale errore della serata. Una leggera esagerazione nella salatura della pasta, con il trito di arachidi della salsa, la rende -diciamo - molto saporita. Nel curry di verdure, invece, il sale viene del tutto dimenticato, forse per compensazione con il primo, un po' come gli arbitri di calcio dopo un rigore concesso in maniera generosa!

Nel complesso l'invitata pare gradire, di certo più il vitto della musica, visto che le vengono propinati diversi pezzi dell'epopea di Seattle, che chi scrive ama alla follia.. Al terzo pezzo dei PJ suonato dal DVD la suddetta scappa parlando aramaico e chiedendo pietà!

Voto (sezione autogestita): poco sotto l'8 per entrambi i piatti, con votazione finale abbassata dalla scarsa attenzione al sale (anche se l'altro membro del blog dissente, la salatura era perfetta!). In realtà questa volta la qualità e l'attenzione alla realizzazione dei piatti di Allan è stata superiore: ma avremo modo di rivalerci, prima o poi!

Un'ultima nota: le cime di rapa dell'Esselunga sono più che altro rape con pochissima cima attaccata, quindi chi volesse seguire le nostre orme ne tenga conto!

Buon appetito,

Sabato 19 Gennaio 2008. Spaghetti al gorgonzola e pere; omelette al pomodoro

Una lunga e piovosa giornata di sabato una nostra amica propone di andare a vedere "La promessa dell'assassino" di Cronenberg. Quale migliore occasione per iniziare i nostri esperimenti?
I nostri amici sono una coppia affiata e assieme da anni. Gossip: il lui ha gusti culinari molto semplici, la lei... Non sappiamo!
Il primo prevede una bella fusione di sapori corposi (gorgonzola e groviera) e asprigni (pere e noci). Le dosi consigliate per la pasta - 80g a testa se il primo è seguito da un piatto di portata - vengono stravolte. In quattro la dose giusta sembra un pacco da 500g, che infatti finiscono in fretta, forse perchè lo stomaco dei commensali è risvegliato dall'umido di una giornata da Blade Runner. Anche le dosi delle pere vengono modificate, ma in senso contrario. Mezzo frutto sembra già abbondante (invece del frutto intero consigliato), e la cosa verrà confermata all'atto pratico.

La pioggia batte sulle finestre, ma il Dave Brubeck Quartet e la buona riuscita del primo scaldano gli animi. Passiamo al secondo, un'omelette al pomodoro dal suono molto estivo e fresco... Anche questo secondo piatto riesce (quasi) alla perfezione, se non che un'incompresione sulla chiusura dell'omelette la trasforma in una semplice frittata!

Votazione (autogestita): 8 per entrambi i piatti, che si dimostrano più resistenti alle variazioni in corso d'opera di quanto il buon Allan faccia capire. Anche se il tempo di cottura della salsa alle pere è ben più lungo dei tre minuti indicati nella ricetta.

Per la cronaca: la pioggia ha suggerito a tutta Milano la stessa idea per il dopocena, e dopo una lunga coda per comprare i biglietti ci siamo sentiti dire che erano esauriti. Abbiamo ripiegato su una serata sportiva su base Wii!!! Tennis e baseball ci hanno fatto consumare gran parte di quanto mangiato a cena... C'è il caso di organizzare un'altra serata come questa... Ma questa è un'altra storia!

lunedì 28 gennaio 2008

Ci presentiamo

Questo blog non parla di viaggi, di politica, di amicizia, di amore, di libri, di opinioni, di attualità, di gossip, di esoterismo, di esperienze quotidiane, di natura, di fotografia...



Questo blog, invece, racconta di due Ph.D. students appassionati di cucina e del critico Allan Bay. Per chi non lo sapesse, Allan... (Segue la sua biografia dal sito di Feltrinelli):



"...è nato a Milano nel 1949. Si è laureato in Economia politica alla Bocconi con una tesi in Storia economica. Si è occupato della vendita di macchine per la produzione di lampadine, di editoria scientifica, tecnica e medica e di produzioni televisive. Dal 1994 è giornalista nel settore enogastronomico. La cucina è sempre stata la sua grande passione, dai grandi ristoranti alla storia dell’alimentazione. Non ama la tradizione ma la commistione di tecniche e prodotti diversi. Ha sempre cucinato, è il suo hobby prediletto. Dal 1995 scrive di cucina sul "Corriere della Sera". Cura la rubrica settimanale dei ristoranti milanesi su "Vivi Milano". Dal 1997 cura una rubrica settimanale di cultura culinaria su "Diario della settimana". Dal 2003 è professore incaricato di cucina presso l’Università di Pavia."


Il libro con cui si è presentato al pubblico è "Cuochi si diventa". E' un libro pieno d'ottimismo, oltre che di buone ricette: perchè nel seguire la preparazione dei piatti suggeriti e delle basi generiche della cucina l'autore sostiene che chiunque possa raggiungere buoni risultati... E siccome ne siamo persuasi anche noi, questo blog racconterà dei nostri tentativi di seguire le orme di Allan, le reazioni degli invitati al convivio, le foto dei risultati dei nostri sforzi e i nostri commenti.

Buon appetito!
 
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