martedì 25 marzo 2008

23 Marzo 2008. Pennette al tonno e menta; insalata di pomodori pachino al guacamole.

E' un freddo giorno di Pasqua in una remota città del nord Europa. I nostri eroi sono reduci da una bella ma stancante gita su un isolotto di pescatori, vento gelido e tormente di neve si sono abbattuti sui due sventurati, è l'ora di coccolarsi un po'... Quale occasione migliore per provare piatti nuovi dai Sacri Libri?



Per il primo optiamo per un piatto di pennette fresche al tonno e menta. (Ammettiamo che il piatto è preceduto da un semplice antipasto di salmone affumicato e marinato in olio d'oliva e limone, con pane fresco e caldo). La preparazione è semplice e rapida. Le luci soffuse della prima sera illuminano un tagliere dove il tonno si accumula in dadini e la menta in foglioline composte, che vengono aggiunte al tonno in padella (anzi, nel wok!) all'ultimo. Le pennette si rivelano un buon formato, e il piatto leggero e gustoso!



Dopo antipasto e primo rimane poco spazio... Inoltre i nostri sono attesi dalla prova colomba (in fondo è pur sempre Pasqua!). Così si decide di preparare una semplice insalata di pomodori pachino, condita però con il mitico guacamole (questo descritto nel secondo libro di Allan)... Una grande preparazione messicana a base di avocado (aguacade nello spagnolo dei nativi messicani), cipolla fresca, chili e pomodoro. Una ricetta semplice e saporita, in cui prevalgono il sapore dell'avocado, che quando maturo può degnamente sostituire alcune verdure strutturate, e il chili.



Al termine della cena le papille, solleticate da menta e peperoncino, vengono infine coccolate dal dolce e familiare sapore della colomba. E' una semplice colomba Bauli.... (O forse dovremmo scrivere B****?) Ma la bella giornata e il tempo atmosferico estremo rendono ogni sapore unico. Una cena di Pasqua buona e diversa... A presto per altre incursioni nella cucina del gourmet milanese! Buon appetito,

lunedì 17 marzo 2008

15 Marzo 2008. Clafotti ai pomodori e champignon; clafotti al rocquefort e prosciutto; bavette al pesto di spinaci e pecorino.

E’ un sabato pre-primaverile e il sole e campeggia allo zenith. Verso l’ora di pranzo i due cuochi decidono di invitare nella tana del lupo un’altra coppia di amici, il cui lui è un piemontese dal notorio appetito (per usare un eufemismo) mentre la lei, ballerina a tempo perso, coltiva strane idee (strane idee solo per cuoco number one, che invece è caratterizzato da fame atavica e perenne! Ndr) sulla conservazione della linea. Questa volta la ricetta viene scelta subito prima della spesa, ancora una volta effettuata nella rush hour dei supermercati milanesi, ovvero il sabato pomeriggio.

Memori dell’ultima esperienza, da cui (letteralmente) i nostri sono usciti scottati, si cerca di comune accordo di imbandire un menu ricco ma fresco. Questa volta è il secondo testo sacro ad ispirare le nostre azioni (quello per intenderci con la copertina bianca). Come al solito la preparazione della serata viene posposta – in fondo è sabato e una lunga settimana ha preceduto il pomeriggio di festa! Questo però riduce la scelta dei piatti a quanto può essere cucinato in tempo utile, dove l’acquisto degli ingredienti necessari avviene verso le sei e mezza, mentre due ore dopo i nostri amici dovrebbero arrivare. Optiamo dunque per un antipasto sfizioso, mentre puntiamo su un primo sostanzioso per sfamare le nostre cavie.

La scelta dell’antipasto ricade su due diversi tipi di claflotti (Allan’s way for clafoutis!), il primo ai pomodori e champignon; il secondo al rocquefort e prosciutto. La preparazione del piatto risulta divertente e facile. Una pastella semplice viene preparata con uovo, latte e panna, mentre la farina di grano (lo possiamo testimoniare!) può facilmente sostituire la maizena, non presente in casa. Il clafotto ai pomodori e champignon resiste anche alla sostituzione dell’aglio con lo scalogno (anche se indubbiamente il sapore ne esce meno intenso). Il risultato è davvero eccellente: in circa mezz’ora di lavoro si possono preparare sformatini individuali che risultano saporiti e scenografici, richiedendo meno attenzioni del soufflè e risultando delicati e saporiti.

La preparazione del pesto agli spinaci è avvolta invece in un alone di incerta attesa. Pensare di condire una pastasciutta con un sugo di spinaci è senz’altro inaspettato, anche se l’accostamento fra spinaci e noce moscata viene caldeggiato da uno delle due menti del blog. La preparazione è altrettanto semplice dell’antipasto, e la logistica della cena ringrazia: in un grilletto (che la seconda cuoca chiama più banalmente ciotola!) è possibile pestare (per i puristi sarebbe d’uopo il mortaio ma la casa di cuoco number one ne è tristemente sfornita) o frullare (per le persone pratiche) circa 300 grammi di spinaci insieme a pinoli, quattro gherigli di noci e del buon pecorino, nel nostro caso sardo DOP. L’olio, come nel pesto alla ligure, rappresenta l’amalgama, mentre la noce moscata conferisce un tono allegro e promette di sorprendere il palato. Anche in questo caso il risultato ci convince fino in fondo, anche per l’uso di bavette di qualità che assorbono bene il sugo e esaltano il nostro lavoro.

A dimostrazione della buona riuscita dei piatti, nulla viene lasciato né nei singoli piatti, né nei piatti di portata! Purtroppo ci siamo scordati di fare le foto, però garantiamo che anche l’occhio era appagato, soprattutto dal bel verde brillante degli spinaci!

Breve nota sui vini: dato il corpo di antipasti e primo optiamo per un dolcetto di Dogliani seguito da un refosco dal peduncolo rosso (cuoco number two è molto divertita dal nome!). Due vini pieni e brillanti, che si sposano bene con i sapori più forti della serata, in particolare il rocquefort, senza però coprire quelli più delicati, ovvero i clafotto ai pomodori e champignon.

Buon appetito!

domenica 9 marzo 2008

1 Marzo 2008. Clam chowder; uova strapazzate ai gamberetti.



In una insolitamente calda giornata di fine febbraio, i nostri eroi decidono di preparare una cenetta per due (questa volta nessuna cavia!) attingendo all’ormai mitica fonte: Cuochi si diventa!


Prima ancora di decidere cosa cucinare entrambi concordiamo che è necessario trovare ricette fresche, e adatte al clima primaverile un po’ anticipato. Preso in mano il libro, scorriamo l’indice, e cuoco number one esclama: “Facciamo il Clam Chowder!” e cuoco number two accetta entusiasticamente. Forse siamo stati colpiti da un’improvvisa folata di vento gelido, ma dopo la cena concordiamo entrambi che forse non era la scelta più azzeccata per una serata calda al limite dell’estivo, anche se il risultato culinario è stato ottimo! Tornando alla fase preparatoria, una calda e fumante zuppa a base di cozze, latte, burro e farina non ci sembra sufficiente, quindi cerchiamo un secondo di mare adatto, ma non troppo laborioso (la stanchezza della settimana comincia a farsi sentire…).




Dopo un attento sguardo al motore di ricerca troviamo la ricetta che fa per noi, semplice ma gustosa: uova strapazzate con i gamberetti. In questo caso ci sembra che l’equilibrio fra tempo di preparazione e gusto atteso sia l'ideale, stiamo comprando gli ingredienti e sono già le sette, le code alle casse non promettono nulla di buono e lo stomaco reclama la sua parte! Il risultato è lusinghiero, in pochissimi minuti un piatto gustoso e leggero è pronto. Interpretiamo la ricetta di Allan a nostro favore (cioè a favor di tempo), ovvero usiamo gamberi precotti per accelerare la preparazione (ma non ditelo a nessuno!). Dopo il lungo lavoro per preparare il clam chowder ci sentiamo sollevati nel trovare saporito un piatto preparato in dieci minuti scarsi!




Note: la cena è innaffiata da un buon bianco leggero, un pinot grigio del 2006 che ben s'accoppia sia al sapore esotico-marino del clam chowder, sia a quello delle uova ai gamberetti. Il clam chowder viene preparato con le cozze, nonostante la memoria di entrambi si ricordi di vongole, ma la probabile spiegazione è che le vongole americane siano in media più grandi delle nostrane, e che quindi le nostre cozze meglio s'adattino. Una nota finale, ci permettiamo un consiglio: considerate attentamente le condizioni atmosferiche prima di preparare questo piatto, se la temperatura supera i cinque sopra lo zero è assolutamente sconsigliato! Buon appetito,
 
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