giovedì 15 maggio 2008

Lunedi' 12 Maggio 2008. Linguine gamberetti e curry; ratatouille; panna cotta.

I nostri eroi sono temporanemante separati: ma gli dei della cucina richiedono un sacrificio, cosi' si decide per invitare alcuni amici stranieri per una cena a base di piatti di Allan e riportare i risultati.

É uno strano e afoso lunedí di Maggio in un remoto Paese del Nord Europa. Lunedí di festa, peraltro, quindi il giorno ideale per comprare ingredienti freschi di giornata e cucinare con calma e cura qualche manicaretto.

Il caldo non fa desiderare piatti bollenti: richiede piuttosto piatti leggeri e gustosi, davanti ai quali scambiare due chiacchere. E infatti l'unico piatto che verrá servito caldo sono le linguine al curry e gamberetti... Un piatto divertente e sfizioso che si fa perdonare la temperatura bollente con un gusto esotico (almeno per gli invitati occidentali: l'amico cinese lo trova banale!) e una consistenza rotonda e piena. La ricetta di Allan é seguita alla perfezione, fatto salvo il fatto che il pollo e la mela usati per la cottura della salsa al curry non vengono tritati (per mancanza di attrezzi adeguati!), ma tolti dal fuoco a cottura ultimata (e usati per condire a pranzo un buon riso basmati!
- ma non ditelo a nessuno!! Si tratta di un divertente e utile spin-off della preparazione mattutina, quindi se trovate una soluzione alternativa per recuperare gli ingredienti della salsa senza comprometterne la consistenza, scrivete pure!). Il risultato é un piatto molto buono, ma forse la salsa risulta liquida (la foto delle linguine, ahimé, puó testimoniare).

Gli invitati apprezzano molto l'esperimento indo-italiano, e persino una ragazza turca, che odia nell'ordine cipolle, curry e gamberetti apprezza il primo, tanto da accanirsi in una suprema scarpetta... Ma decisamente si puó fare meglio la prossima volta! Magari cercando gamberi piú grandi e lavorando sulla densitá della salsa.

Siccome il caldo regna sovrano, per il secondo decido di preparare un grande piatto della tradizione italiana, ovvero
la ratatouille, seguendo peró i consigli di Allan per la peperonata (e quindi decidiamo di pubblicare anche questa parte... I nostri 25 lettori ci perdoneranno?)

Per evitare ustioni del palato agli invitati il piatto viene servito tiepido. Le preparazione, di gran lunga la piú time-consuming fra i tre piatti, avviene con i crismi. Le verdure vengono fatte cuocere una ad una per rispettare tempi di cottura diversi. Fortunatamente l'acquisto mattutino si rivela fortunato: le zucchine risultano passabili, ma i peperoni e le melanzane addirittura deliziose. Piccola nota: l'aggiunta di due piccole papriche dolci (cioé dei simil-peperoni da cui si ricava la spezia omonima) si rivela appropriata, il colore brillante delle verdure non inganni: se la paprica é dolce é molto compatibile con i nostri gusti e esalta il sapore della ratatouille.

Non commento l'uso sfrenato del pane sul sugo della ratatouille, che rivela il successo del piatto - probabilmente quello che incontra meno resistenza nel palato degli invitati stranieri.

La cena si chiude su un altro grande dolce della tradizione italiana: la panna cotta. Per il sottoscritto é un esordio assoluto, e un po'di preoccupazione c'é! Fortunatamente il supermercato del remoto Paese del nord Europa é fornito di tutto il necessario, inclusa la colla di pesce; inoltre il reparto frutta e quello dolci suggeriscono una contaminazione fra due ricette allaniane - dalle gelatine descritte nell'ultimo post rubo la crema di lamponi freschi!

Nella preparazione della panna cotta qualche piccola modifica in corso d'opera é richiesta dagli ingredienti del luogo. In particolare lo zucchero nella panna é di canna e insaporito al cioccolato: se lo trovate in Italia utilizzatelo, il risultato é delizioso. Al posto della vanillina, poi, ho usato gli aromi di vaniglia (e fin lí niente di strano!) e rum. Quest'ultimo sparisce letteralmente nel dolce degli altri ingredienti, quindi se desiderate un retrogusto alcoolico puntate sul liquore puro.

Risultato molto buono, ma con piccola nota negativa sulla presentazione: in assenza di formine di qualitá ho dovuto comprarne di carta, col risultato che il liquido caldo le ha deformate, producendo dolci sformati (letteralmente). Quindi voto eccellente al gusto, ma insufficiente alla forma!

La cena si é trascinata per ore. I convitati hanno apprezzato tutti i piatti, con i caveat sopra citati! Ma l'esperimento nel complesso ha avuto successo. Ultima nota sui vini: in assenza dell'ampia scelta di un bancone di supermercato italiano mi sono orientato su un bianco sudafricano fruttato, molto appropriato per il vino, e su un pinot nero australiano per la ratatouille, con risultati molto buoni. Purtroppo é vero: stiamo perdendo anche quel monopolio!

Buon appetito,

martedì 6 maggio 2008

Domenica 4 maggio 2008: Menù di pesce n. 2


















I nostri eroi, finalmente nella stessa città per un lungo weekend, decidono di cimentarsi nella preparazione di una cena completa a base di pesce. Cuoco n 1 (o n 2, non ricordo più chi sia chi!), stila con larghissimo anticipo ben 4 proposte di menù, dal primo al dolce, contorno compreso (anche se in questo caso il contorno viene sacrificato sull'altare del tempo)! Dopo attenta analisi dei desideri mangerecci e della disponibilità stagionali di materie prime, viene selezionato un bel menù di pesce molto primaverile. I nostri eroi, consapevoli di una certa lunghezza nella preparazione dei piatti e delle ridotte (ndr delicato eufemismo) dimensioni della cucina, partono con la super lista degli ingredienti e poi con la spesa con largo anticipo, e per le 18:00 sono già pronti e grembiule-muniti. Viene subito deciso che il menù richiede un approccio strategico, e si opta per la preparazione di un piatto alla volta: metodo più lento, forse, ma più ordinato e consono alle attrezzature “hardware” a disposizione. Con la spesa elegantemente disposta sul tavolo, parte la preparazione dei super-piatti, ovvero: pasta con cappesante e salsa di fave, spiedini di pesce spada, e gelatina di frutti di bosco.







Si procede in ordine inverso, dato che le gelatine devono riposare in frigo almeno 2 ore. L’idea principale della preparazione è di preparare la gelatina con una buona dose di vino rosso, aggiungerla ai frutti di bosco (nel nostro caso solo mirtilli e lamponi), e poi servire con una deliziosa salsina di lamponi e zucchero a velo (unico zucchero aggiunto alla ricetta) e yogurt greco. I commenti dopo!







Poi passiamo a preparare il primo, dividendoci nella pulizia delle cappesante (ammettiamolo, surgelate, ma il banco del pesce era piuttosto sguarnito….) e nella preparazione della salsa di fave, aglio, olio e pecorino. Il risultato è una morbida crema di un bel verde brillante. Nel frattempo parte anche il lavoro sugli spiedini, ovvero taglio del pesce spada e delle verdure a dadini microscopici, causa assenza di spiedini di legno al supermercato. I nostri eroi, con puro spirito Indiana Jones (o Mac Giver!) optano per minuscoli stuzzicadenti/spiedini da cocktail, che alla fine però si rivelano una scelta più che azzeccata! Infatti gli spiedini saranno dei deliziosi bocconcini da mangiare tutti in una volta!








A questo punto la cucina viene messa in super ordine, la tavola apparecchiata e si comincia a lavorare sul serio!






Le foto probabilmente non rendono merito al bel colore verde chiaro della salsa con cui condiamo le linguine. Le fave sono stemperate dalle capesante, e nell'insieme il piatto ha un gusto davvero pieno e rotondo. Per caso abbiamo preparato la pasta con una dose di capesante superiore a quella consigliata da Allan (sei per un piatto per due persone), e il risultato secondo noi è perfetto: quindi probabilmente la dose consigliata sul manuale è leggermente inferiore al necessario!






Il secondo, come detto, assume quasi l'aspetto del finger food. In origine dovremmo infilzare il pesce spada con lunghi spiedi, ma essendone il supermercato sprovvisto optiamo per più semplici spiedini da aperitivo, col risultato che vi mostriamo sia nella teglia che nei piatti: una dose giusta di spizzichini divertenti e leggeri, in cui il gusto lieve del pesce spada non è sovrastato dalla marinatura in arancia e limone. Anzi, il gusto dell'insieme è così sfumato (ma non insipido!) che secondo noi una spruzzata di pepe nero completa degnamente l'opera.



Le dosi sinora non sono trascurabili, ma l'insieme, essendo incentrato sul pesce, richiede una degna chiusura con un dolce che ne faccia diluire il sapore forte prima di un bel film serale. Cosa c'è di meglio di una coppia di gelatine ai frutti di bosco per questa serata milanese di inizio estate? Dopo un'iniziale momento di preoccupazione (aiuto! le gelatina al vino rosso non si solidifica!) ci rendiamo conto che il freddo del frigo fa il suo dovere. Così al termine del pranzo ci ritroviamo con un paio di gelatine a testa (una dose necessaria per due buone forchette!), che ricopriamo con una semplice e deliziosa crema di lamponi e zucchero velato preparata con ingredienti freschi, e con un paio di foglie di menta per guarnizione (che cuoco numero X mangia con gusto!). Il piatto chiude degnamente la cena a base di pesce, il fresco dei frutti di bosco è canto per la gola, con l'unico limite della mancanza di adeguate formine, che fanno sì che si perda la presentazione originale suggerita da Allan (cioè lo jogurt greco al centro di una forma a ciambella), ma anche che al distacco dalle formine d'alluminio usate da noi parte delle gelatine si sformino.
Al termine di tanto lavoro un film comico di cui non diremo titolo e protagonista (Evan almighty e Steve Carrell!) ci strappa una risata dietro l'altra... Ma chissà che non sia il ricordo sul palato della cena di poco prima, con l'accompagnamento di un dolcetto delle Cantine di Ovada!
Buon appetito,
 
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